Nell’anno 2148, esaurite le riserve energetiche, si va alla ricerca di nuovi mondi abitabili.
La Ederlezi Corporation invia verso Alfa Centauri un’astronave con a bordo il cosmonauta Milutin e un androide femmina, Nimani, progettata per essere la sua ideale compagna e schiava, essendo “solo” un robot.
Al chiuso dell'astronave, nel lungo tempo da trascorrere assieme si sviluppa tra i due una relazione erotica al contempo tenera e violenta. Milutin dapprima riversa su Nimani tutta la rabbia e il risentimento accumulati nelle sue precedenti e fallimentari relazioni ma poi, innamoratosi, libera Nimani del suo programma di asservimento per farne a tutti gli effetti una persona, dotata di libero arbitrio e quindi in grado di amarlo a sua volta.
Finalmente emancipata, Nimani mostra però ora a Milutin tutta la sua ostilità, sorprendentemente non per vendicarsi di essere stata trattata prima come un oggetto, bensì per essere stata liberata, non più condizionata da un programma, ma costretta a fare delle scelte ed esposta alle emozioni. Nimani non è pronta per essere una donna libera.
Un film che tratta della INCOMUNICABILITÀ con l’altro-da-sé per eccellenza, cioè la donna per l’uomo e viceversa, proiettandola nell’iperbole del rapporto uomo-macchina.
Alfine la missione spaziale naufragherà, perché naufraga il rapporto tra l’uomo e la donna a bordo, capaci persino di uccidersi a vicenda o di morire l’uno per l’altra, ma non di relazionarsi alla pari.
Un film interessante se si prescinde dall’insistenza sulle scene sessuali. Di fatto questo è: una coppia che non riesce altrimenti a dialogare.
Non delude affatto, però: buona visione.