9 Luglio 1968, National Institute of Health a Bethesda, nel Maryland: lo scienziato americano John Calhoun & co., finanziati dalla Rockefeller Foundation, diedero l'avvio all'esperimento "Universo 25", uno dei laboratori di studio più terrificanti nella storia delle scienze sociologiche, pur secondo gli spietati standard in sperimentazione animale tipici dell'epoca.
Attraverso il modello di una colonia di topi, Calhoun voleva studiare le possibili derive della società umana cosiddetta del benessere.
Quello dell'Universo 25 intendeva all'origine costituire una sorta di "Utopia dei topi" in un ampio, igienico e funzionale spazio vitale, appositamente progettato perché i roditori avessero abbondanza di cibo, di acqua e di materiale per nidificare, in assenza di pericoli naturali e di predatori, e dove avrebbero potuto dare vita a una colonia pacifica e prospera, benché in un ambiente del tutto artificiale, proprio come quello urbano dell'uomo.
All'inizio Calhoun collocò nel recinto quattro coppie di topi riproduttori, appositamente selezionati dal National Institute of Mental Health per le loro doti di temperanza e di equilibrio caratteriale.
Le cavie iniziarono immediatamente a riprodursi: ogni 55 giorni circa la popolazione raddoppiava, per rallentare solamente a 145 giorni, quando raggiunse il numero di 620.
Fu a questo punto che cominciarono le prime anomalie. Si divisero in gruppi, all'interno dei quali emerse una gerarchia con a capo i maschi più grossi.
I cosiddetti "maschi grossi" attaccavano regolarmente i membri rimasti isolati e quelli degli altri gruppi, azzannandoli o violentandoli, femmine o maschi che fossero.
In reazione ai loro continui abusi, apparvero i cosiddetti "topi delinquenti": esemplari violenti dediti all'aggressione gratuita e indiscriminata dei soggetti più deboli.
I roditori "grossi" cominciarono allora ad attaccare i "delinquenti" per ristabilire il predominio ma, di seguito, anche gli altri maschi "tranquilli" del proprio gruppo, con il risultato che molti tra questi finirono uccisi, oppure crollarono psicologicamente, assumendo atteggiamenti di sottomissione fino alla consegna assoluta.
Di conseguenza le femmine, non sentendosi più protette dalla violenza dei "maschi grossi", a loro volta diventavano sempre più aggressive, anche nei confronti dei loro stessi piccoli, manifestando infine segni di isolamento e mancanza di umore riproduttivo.
La popolazione, che aveva raggiunto i 2.200 esemplari (per un massimo stabilito di 3.000), accusò di conseguenza una contrazione del tasso di natalità , assieme a un aumento della mortalità presso i cuccioli, che venivano abbandonati o persino divorati dalle loro proprie madri.
La rivolta delle femmine pose fine alla dittatura dei "grossi", e comparve allora una nuova classe di topi maschi, i cosiddetti "belli".
Costoro si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine, disertando il lavoro di demarcazione del territorio e di nidificazione. A loro importava solo mangiare, dormire e lisciarsi di continuo il pelo.
Ad un certo punto, i "bei maschi" e le "solitarie aggressive", costituivano la maggioranza della popolazione.
Conseguentemente a ciò, la natalità puntò verso il tasso zero, mentre la mortalità infantile superava il 90%.
I topi in via di estinzione precipitarono in una vera bolgia contrassegnata da pansessualità , diffusa frenesia motoria, aggressività , autolesionismo e, nonostante ci fosse abbondanza di cibo per tutti, cannibalismo e necrofagia. L'insieme di queste e di altre aberrazioni fu indicato da Calhoun col termine di "fogna del comportamento".
Due anni dopo l'inizio dell'esperimento, nacque l'ultimo cucciolo della colonia e, nel 1973, morì l'ultimo topo superstite dell'Universo 25.
John Calhoun ripeté lo stesso esperimento ben 25 volte, donde la denominazione dello stesso, ma sempre con il medesimo risultato.
II lavoro di Calhoun, criticabilissimo da un punto di vista etico come altri esperimenti in voga negli anni 70, presenta ovvi limiti. Innanzitutto il modello animale, che appare assai riduttivo rispetto alle ben più complesse variabili umane.
In secondo luogo, l'esclusione di fattori che l'esperimento intenzionalmente teneva sotto controllo, quali ad esempio problemi ecologici come il riscaldamento ambientale, il crescere della penuria di ogni risorsa, la compromissione dell'equilibrio con altre specie viventi e, non da ultimo, il possibile svilupparsi di malattie contagiose, come si è visto con il Covid-19. In tutti questi ambiti pare purtroppo che la realtà abbia di gran lunga sopravanzato la simulazione
Si ricorda tuttavia che le intenzioni dello studioso si limitavano a indagare come bastasse la sola perdita del controllo demografico perché un modello societario potenzialmente virtuoso precipitasse in una vera e propria apocalisse.
L'utopia tecnologica del filosofo Francesco Bacone, secondo il quale affrancare l'uomo dai suoi bisogni e dalle avversità della natura avrebbe creato il paradiso in Terra, non poteva essere più fallace.
Ad oggi, con una popolazione mondiale prossima agli 8 miliardi, il laboratorio di Calhoun resta un modello veritiero per interpretare il collasso delle società umane in caso di sovrappopolazione, e ancora resiste come pietra miliare per lo studio della alienazione urbana, nonché dei rapporti di potere, anche tra i sessi.