S.S.: "Noi siamo arrivati finora qui, dobbiamo andare più lontano... noi dobbiamo comprendere la risposta"!
G.: "Nessun essere vivente può sapere la risposta".
S.S.: "Nemmeno tu?"
G.: "Io sono Galactus. Sebbene io sia più di un uomo, ancora sono meno di Dio".
S.S.: "E io sono il tuo araldo, meno di un moscerino che fluttua sull'arazzo infinito dello spazio; purtuttavia, un moscerino che brama di scoprire, di apprendere la risposta"!
G.: "Non c'è risposta".
Da un confronto tra Silver Sufer e il suo creatore Galactus.
Galactus è un personaggio dei fumetti Marvel ideato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1966.
Da lui dipende l'equilibrio dell'universo. È Infatti uno degli Antichi: figure cosmiche talmente potenti da riuscire a sopravvivere ai cicli di big-bang e big-crunch (espansione e contrazione ripetute) dell'universo cosiddetto pulsante.
Il suo ruolo e il suo destino è quello di viaggiare nel cosmo, con la sua astronave-planetoide, distruggendo pianeti come il nostro ricchi di vita, della cui energia potersi nutrire.
Viene infatti chiamato "il divoratore di mondi" e non è propriamente un cattivo, anche se spietato, in quanto è mosso dalla sola necessità . Ripeto: Galactus è un elemento necessario all'equilibrio cosmico, così come Thanatos che si contrappone ad Eros, la morte cioè alla vita, nel ciclo della natura che incessantemente si rinnova.
Silver Surfer è il suo araldo di morte.
Originariamente era il membro di una razza umanoide che, per salvare il proprio pianeta dall'attacco di Galactus (ma anche per un personale spirito di avventura e un desiderio di conoscenza spentisi da generazioni nella sua specie super-evoluta), si era immolato a costui.
Norrin Radd era stato così trasformato da Galactus in Silver Surfer: un essere in grado di solcare gli spazi infiniti per dirigerlo, come un pesce pilota fa con lo squalo, su mondi che lui potesse divorare.
Giunto sulla Terra, non privo già di scrupoli morali, Silver Surfer si lascia definitivamente redimere dalle parole di una certa Alicia Masters, una scultrice che, seppur cieca, evidentemente riesce a far centro nel suo cuore con concetti semplici.
Alle parole di lui: "se ne dipendesse la tua vita, non esiteresti tu a calpestare un formicaio?", lei ribatte: "ma anche una semplice formica ha il diritto di vivere".
Una risposta inconfutabile che precipita il potente Silver Sufer in una profonda crisi di coscienza, riscoprendosi egli come il semplice Norrin Radd che all'origine era, per ribellarsi così al suo padrone, pagandone il fio.
Lui che era oramai abituato a solcare in solitario le correnti dello spazio sulla sua asse argentea da surf, viene carcerato per sempre sulla Terra, oltretutto a contatto con una umanità che non lo comprende né lo accetta a cagione della sua alienità , ma che in fondo lo invidia per i suoi cosmici poteri.
Nella tavola a fumetti che qui vi propongo, nel confronto tra creatura e creatore, quest'ultimo un essere che si definisce, nella sua vanagloria, "non ancora" all'altezza di Dio, torna il tema dell'insetto (lì una formica inchiodata a terra, qui un moscerino svolazzante) circa il valore e, rispettivamente, il senso da dare alla vita.
Ogni essere vivente ha diritto alla sua vita, ma ogni essere senziente dovrebbe in più sapere perché vive.
Galactus, a un amletico Silver Surfer, dapprima risponde disarmato "nessun essere vivente lo sa" ma poi, ricomponendosi nella superbia dell'ente che aspira ad essere Dio, conclude: "non c'è risposta".
È vero, forse non c'è risposta che umanamente si possa afferrare, ma può una formica, un moscerino o un essere umano, rinunciare a industriarsi, a volare o, rispettivamente, a interrogarsi, se ciò è nella sua natura?
E questa natura, Donde gli proviene? Ma è appunto questo il cuore della domanda.