Una delle più grandi rivoluzioni del pensiero moderno la dobbiamo a Sigmund Freud (1859-1939) con la scoperta dell’Inconscio. Sostanzialmente egli divise la mente in due parti: una della quale siamo consapevoli, il Conscio, e l’altra invece no, l’Inconscio.
L’Inconscio contiene tutto ciò che abbiamo sgombrato dalla coscienza, o perché non ci serve al momento, o perché lo abbiamo dovuto “rimuovere” in quanto troppo doloroso o sconveniente. L’educazione ricevuta durante l’infanzia e poi le norme sociali sono le cause prime della formazione dell’Inconscio, ma anche purtroppo le esperienze traumatiche, quelle così violente da non potersi nemmeno concepire.
Mettendo qui da parte i sintomi psichici, la prova nella normalità che esiste l’Inconscio ci è data dal fatto ad esempio che guidiamo l’automobile in maniera automatica e spensierata, dimentichiamo volentieri le mansioni sgradevoli, il tempo ci passa più in fretta se ascoltiamo la musica, ma soprattutto sogniamo.
Il sogno dimostra l’esistenza di una attività autonoma proprio perché la mente cosciente, nel sonno, non è vigile e prende il controllo dei nostri pensieri una parte di noi della quale siamo all’oscuro: appunto l’Inconscio.
Prima che il razionalismo scientifico negasse la rilevanza simbolica dei sogni, essi anticamente venivano interpretati. In India, in Egitto e anche nella cultura giudaico-cristiana, come ci attesta la Bibbia, nella tradizione sciamanica amerinda e nell’agorà della Grecia, i sogni venivano raccontati pubblicamente perché ritenuti messaggi divini destinati a tutta la comunità.
Questa visione del sogno come di un qualcosa non necessariamente sacro ma che potesse comunque trascendere la soggettività è stata recuperata da Carl Gustav Jung (1875-1961).
Jung immaginò che al di sotto dell’Inconscio Personale di Freud, esistesse un Inconscio Collettivo. Egli lo raffigurò come la terra sommersa che congiunge le isole e i continenti: a noi pare che le terre emerse siano separate ma, al di sotto delle acque esse comunicano, anzi sono un tutt’uno. Modernamente potremmo rappresentarci l’Inconscio Collettivo come Internet, con il quale i nostri PC sono connessi attraverso il sistema operativo (l’Inconscio Personale), mentre gestiamo le varie applicazioni (il Conscio).
Ma se calandoci in sogno nel nostro Inconscio Personale noi potessimo risalire, attraverso l’Inconscio Collettivo, all’Inconscio Personale di altri che nello stesso momento stanno anche loro sognando? Non sarebbe allora possibile, così come l’Inconscio Personale ordinariamente fa, influenzare la coscienza dei singoli a loro insaputa, o magari delle masse?
L’idea che sia possibile hackerare, attraverso l’Inconscio Collettivo, la mente di altri è alla base di opere come “Inception” di Christopher Nolan (2010), o della più recente serie televisiva “Falling Water” di Henry Bromel e Blake Masters (2016-2018). Così facendo si potrebbe non solo benevolmente comunicare nel sogno col prossimo, ma magari attraverso malware mentali, sorta di spyware o trojan, spiarlo o controllarlo persino.
Il risultato sarebbe quello di ridurre l’altro, magari l’intera umanità come in “Invasion of the Body Snatchers”, film del 1978 di Philip Kaufman, riedito nel 2007 dal “The Invasion” di Oliver Hirschbiegel, a una massa di zombi aggiogati alla spietata volontà delle multinazionali capitanate dai potenti. La trasformazione degli esseri umani in alieni vegetali guidati da una mente collettiva avveniva in quest’ultima opera non a caso nel sonno, durante la fase Rem.
Cospirazionismo? Non arriviamo a tal punto. Basta solo riflettere su come la pubblicità e la propaganda politica influenzino attraverso i media il nostro pensiero, i nostri gusti ed i bisogni. Come la paura indotta da spietati messaggi terrificanti, riportati con sensazionalismo martellante ai telegiornali, ci renda succubi della volontà di chi ci governa e alla quale acriticamente ci consegnamo speranzosi.
Possiamo concludere che Sigmund Freud e Carl Gustav Jung l’avevano vista lunga, ma che non sarebbero nemmeno loro arrivati ad immaginare tanto.