Slovenia, ai giorni d’oggi. In una scuola superiore, dopo un colloquio con Zupan, il nuovo insegnante di Tedesco, capace ed esigente quanto freddo e paranoico, la fragilissima Sabine si suicida.
Ovviamente, il responsabile morale dell’accaduto è Zupan, ma possono tutti gli altri tra insegnanti, genitori, compagni di classe e vittima persino, ritenersi incolpevoli?
Zupan pare piuttosto il capro espiatorio in una tragedia scoppiata in una polveriera umana fatta di ataviche frizioni e incomprensioni tra classe docente e discente. Sul banco degli imputati è allora il “Sistema”, scolastico e non solo.
Il Sistema pretende l’efficienza delle nuove reclute, malgrado gli adulti siano essi stessi inadeguati e persino patetici. Il Sistema non fa differenza tra individui perché non ha riguardi per nessuno. Il Sistema mette alle corde i soggetti deboli e chi sferra il colpo di grazia ha solo portato a termine un gioco di squadra. Infine: il Sistema non si cambia perché in fondo funziona; più di certo degli elementi ribelli che alla fine si disperdono e si arrendono, riassorbiti dal Sistema stesso che se li compra uno ad uno.
La gita scolastica in barca a fine corso è la sconcezza finale: in questo teatrino che celebra le differenze generazionali e di ruolo riconfermate, aleggia il fantasma di una Sabine che non ce l’ha fatta, diversamente da tutti gli ipocriti e i venduti, a veleggiare verso la maturità.
"Nemico di Classe" (Razredni Sovražnik, Class Enemy, 2013): un film di Rok Bicek sull’AUTORTARISMO, che ricorda il capolavoro tedesco “L’Onda” (Die Welle, 2008) di Dennis Gansel.